Stazione di Torino Porta Nuova, Torino
Informazioni
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Settore

Mixed use, Food

Cliente

Grandi Stazioni Retail

Luogo

Stazione di Torino Porta Nuova,
Corso Vittorio Emanuele II,
Torino, Italia

Apertura

Dicembre 2021

Tipologia

Ristrutturazione edilizia,
adeguamento funzionale,
ri-configurazione
e progettazione degli spazi

Superficie Totale:

4000 mq

Superficie commerciale:

1500 mq (9 unità più 4 chioschi)

Architetto

Paolo Lucchetta

Architetti/Designer

Michele Marchiori
Giulia Fungher
Giovanna Fanello
Riccardo Baggio
Isabella Ferraro

Progetto Illuminotecnico

PL+RD con ERCO Italia

Categoria

Architettura
Concept di Interior Design

Fotografie di

Marco Zanta

Quando iniziammo a progettare la Stazione di Porta Nuova, alla consueta ricerca di un senso del nostro lavoro, ci venne in aiuto un testo letto qualche anno prima, autore Giuseppe Culicchia, “Torino è casa mia”, nel quale Torino, come ogni casa, veniva descritta “spaziosa, da dividere con tutti, a cominciare dall’ingresso, Porta Nuova appunto, con una cucina, il Mercato di Porta Palazzo, un salotto, Piazza San Carlo e così via”.
È bello poter confermare all’apertura degli spazi ristrutturati che quel testo e l’emozione di avere a che fare con un Bene Comune di tale rilevanza, ci ha accompagnato nel nostro percorso in ogni decisione, anche di dettaglio.

L’ingresso
L’edificio può essere definito come la principale porta d’accesso alla città, un luogo che consente in pochi passi di ritrovarsi nel centro cittadino. L’embrione della struttura attuale fu infatti costruito dove era sorta una delle porte dei nuovi quartieri meridionali di Torino, in un momento di grande espansione della città nuova e la stazione fu edificata lungo lo scenografico asse di via Roma fino a piazza San Carlo e piazza Castello.

La navata centrale
Dell’impianto generale, fin dai primi sopralluoghi, avevamo intuito l’importanza della navata centrale, con la copertura prima in ferro e vetro, oggi in vetro e cemento, tipica delle stazioni ottocentesche, della quale nel corso del tempo si era persa la lettura.
Ciò che ci sembrava notevole riguardava soprattutto la spazialità unica e maestosa che questa intenzione poteva restituire all’edificio, il fascino che emanano le più significative stazioni monumentali del mondo, la celebre Grand Central Terminal di New York in primis.

Il ruolo urbano
Il recupero di questa identità urbana, il pericolo della sua trasformazione in un non-luogo, fu a partire da quei momenti la nostra principale preoccupazione.
Scorrendo le immagini dell’Archivio Grandi Stazioni, quell’intuizione ci consentì di interpretare in questo senso la ristrutturazione del piano ammezzato, che iniziammo a definire “il Terrazzo”, ancora una volta utilizzando metafora della casa come una città, immaginando il piacere della contemplazione del volume dell’intera navata centrale dell’edificio.

Il bene culturale
Di quelle immagini, ci incuriosiva la testimonianza delle trasformazioni ed evoluzioni dell’architettura, a partire dalle soluzioni di spostare i binari dalla navata centrale nella più ampia Galleria di Testa negli anni ‘50 e dalle connessioni delle porte laterali dell’edificio verso due parti ben distinte della città che in seguito si rigenereranno in tempi e modalità diverse, lungo via Sacchi e lungo via Nizza.
Restammo poi ammirati dalla Sala Gonin e dalla Sala degli Stemmi, spazi artistici notevolissimi, che saranno nuovamente fruibili nel proseguimento delle operazioni di riqualificazione previste in un prossimo futuro.

Luoghi di transito e mobilità sostenibile
Non avevamo dimenticato però che una Stazione è una tipologia architettonica, ed è, a prescindere dai suoi valori culturali, soprattutto il teatro animato dalle motivazioni e le emozioni del viaggiare in una società destinata ad una perenne mutazione: un tempo punto di arrivo e partenza di migrazioni di intere generazioni e oggi hub della mobilità sostenibile, missione condotta da Grandi Stazioni Retail, resa ancora più attuale dalle recenti vicende pandemiche.

Flussi e customer journey
È qualcosa che riguarda la qualità delle relazioni urbane l’elemento che ha costituito una seconda ulteriore fase di indagine molto importante per lo sviluppo del progetto: un attento studio qualitativo e quantitativo dei flussi aveva infatti evidenziato aree della Stazione vuote o sottoutilizzate che a lungo andare avevano generato il suo declino e una certa banalizzazione culturale e commerciale.

Questa fase poteva quindi essere riassunta in un’infinita serie di schemi, diagrammi, schizzi tesi ad identificare il vero obiettivo del progetto: il miglioramento delle cosiddette Customer Journey delle varie tipologie di utenti, fossero essi Turisti, Viaggiatori per business, Pendolari, Viaggiatori occasionali o semplici Cittadini: una grande attenzione rivolta al flusso dei clienti comuni e sul come essi organizzano il loro viaggio come passeggeri.

Hospitality-infused retail
A queste persone è dedicato lo spazio del Terrazzo Food Lounge con la sincera volontà di infondere concetti di ospitalità e di esperienza in modo confortevole e piacevole, in un’architettura storica e contemporanea allo stesso tempo.

Luci, materiali, forme, spazi: illuminotecnica e wayfinding
Alla valorizzazione e alla visione di questo obiettivo sono finalizzate le scelte di un progetto illuminotecnico molto curato e sofisticato, e delle strategie di Wayfinding tese non tanto a disporre dei segnali, quanto ad offrire il giusto orientamento, tra informazione e navigazione, per permettere agli utenti di selezionare la loro modalità di percorso.
Negli anni abbiamo imparato che la chiave di un buon Wayfinding sta in un’infrastruttura chiara. Percorsi facili, ingressi riconoscibili e un’organizzazione degli spazi comprensibile possono fornire un Wayfinding “naturale”, più importante di qualsiasi segnaletica per quanto bella possa essere.
In buona sostanza un progetto basato sull’impegno a lavorare duramente per fare in modo che nell’architettura luci, materiali, forme, spazi parlino da soli.
Un progetto che persegue, anche nelle scelte di accessibilità e comunicazione verticale tra gli spazi, standard tesi alla migliore qualità possibile di chiarezza e coerenza nel rendere evidenti ed attraenti i contenuti di uno spazio malgrado la complessità dei suoi percorsi di transito e commerciali.

La scena commerciale in armonia con lo spazio
Un’ulteriore nota riguarda le scelte delle vetrine e delle insegne dei Tenants presenti negli spazi commerciali: un lungo lavoro di integrazione armonica con gli elementi architettonici dello spazio monumentale, attingendo e reinterpretando elementi decorativi dei paesaggi urbani torinesi e dei suoi portici.
A questi si riferiscono le numerose insegne cosiddette a “bandiera”, per un’immediata lettura degli spazi da parte dei viaggiatori in transito, e la riduzione dei profili dei serramenti delle vetrine per una valorizzazione delle proposte commerciali.
Anche gli spazi comuni interni ed esterni, sono influenzati dalla qualità dell’architettura e la selezione degli elementi di seduta e di arredo perseguono l’intenzione di creare un’armonia stilistica in grado di valorizzare l’intero contesto e di rendere confortevole il transito e la sosta del viaggiatore.

Un fatto urbano
Il progetto di valorizzazione è solo alla sua prima seppur principale rilevante fase, ma come ogni fatto urbano la Stazione rivendica la necessità di continui sostenibili azioni di adeguamento funzionale alle esigenze di una società in evoluzione.
Il bellissimo lavoro di squadra che Grandi Stazioni Retail ha ispirato e condotto fin qui é stata un’occasione per riconfermare che forse sì, Giuseppe Culicchia aveva ragione: la città nelle sue espressioni migliori è una casa, a noi il compito di riconoscerlo e farne un progetto accessibile a tutti.

Altri progetti Mixed use
Mercato Metropolitano Potsdamer Platz, Berlino
Marcato Metropolitano Mayfair, Londra
Mercato coperto di Ravenna
Coop.FI Novoli, Firenze
Agriparco Vistaterra, Castello di Parella, Torino